Potrebbe sembrare strano ma tante sono state le emozioni che si sono susseguite prima – durante e dopo il lancio del blog.
Una su tutte l’incertezza sull’essere in grado di…
…avere la costanza necessaria per tenere alte le aspettative, nonostante tutto il progetto rimanga basato su un’idea senza scopo di lucro bensì di semplice divulgazione e scambio d’idee.
Non era scontato riuscire ad arrivare alle persone in modo spontaneo e collaborativo, seppur con l’aiuto di autorevoli ideatori d’interessanti articoli
Di sicuro la voglia di mettere in pratica questo progetto era tanta quindi ho messo da parte tutti i timori che oggettivamente avevo e sono andato dritto all’obiettivo
I punti di forza
Non è facile affermare se sono stati raggiunti i traguardi prefissati anche perché possono cambiare da persona a persona ed essere misurati su basi diverse:
numero di utenti raggiunti (90000 circa)
tempo trascorso sul proprio blog (12 minuti ad utente):
numero di lettori che hanno letto fino in fondo gli articoli (52000 circa)
la quantità di articoli prodotti (130 circa)
il monitoraggio delle newsletter
Ma come in matematica anche in questo caso i numeri devono essere verificati (la prova del 9) ed io l’ho fatto soprattutto tramite le miriadi di email e messaggi che ho ricevuto e ricevo in privato
Le difficoltà
È stato un duro lavoro:
impegnarsi a formulare,
impaginare
anche gli articoli dei tanti amici che hanno collaborato
rendere quando più leggibile possibile ciò che si voleva trasmettere
investire in tempo ed energia
trovare il giusto equilibrio tra
la qualità degli argomenti
la puntualità nella pubblicazione
la quantità mensile degli articoli
Grazie ai “cosiddetti” esperti
Senza di loro sarebbe stato impossibile raggiungere questi grandi obiettivi.
La particolarità, l’originalità, il valore degli articoli e degli argomenti trattati hanno fatto in modo da dare pregio e finalizzare quanto avevo da tanto tempo nella mia testa.
Li rinomino singolarmente perché ci hanno donato, gratuitamente, delle loro riflessioni ed osservazioni nello spirito della formazione comune.
Visto che il grafico delle visualizzazioni è in continua crescita viene da sé che il primo obiettivo non è continuare a salire (me lo auguro comunque) ma rimanere costanti nelle aspettative.
Cercheremo di continuare a pubblicare articoli di buona qualità trovando un modo per stimolare e coinvolgere i tanti lettori nelle pubblicazioni inerenti alle tematiche del blog.
Si punterà a raggruppare i tanti articoli pubblicati in categorie visibili per facilitare la consultazione ed in previsione creare una newsletter
In media, la donna è più bassa e più leggera, con una maggior percentuale di tessuto adiposo e una minor massa muscolare, rispetto all’uomo.
Mediamente un uomo possiede dal 10 al 20% di massa grassa mentre una donna…
…dal 15 al 25%.
Rapporto tra massa magra e grassa
Questo si rispecchia anche nell’utilizzo del glucosio e ne deriva un’importante ruolo dell’allenamento nell’indirizzare questo substrato energetico verso il tessuto adiposo o i muscoli.
Pertanto, entrambi, possiedono dei recettori per il glucosio di tipo GLUT-4, dipendenti dall’insulina, quando questa viene stimolata il glucosio viene indirizzato in questi tessuti.
Nelle donne, in cui la massa grassa è maggiore, tenderà ad andare verso il tessuto adiposo.
Per questo, un allenamento della forza innanzitutto aumenta la densità dei recettori GLUT-4 nel tessuto muscolare richiamando glucosio ed inoltre migliora a lungo andare la composizione corporea andando a variare il rapporto tra massa magra e grassa in favore alla magra.
Classificazioni
Body fat percentages for males and females and their classification
(Percentuali di grasso corporeo per maschi e femmine e loro classificazione)
Males
Females
Rating
5-10
8-15
Athletic
11-14
16-23
Good
15-20
24-30
Acceptable
21-24
31-36
Overweight
>24
>37
Obese
(Tieni presente che queste sono solo stime grezze. Il termine atletico in questo contesto si riferisce agli sport dove il basso contenuto di grasso corporeo è un vantaggio)
Body fat percentage for the athletic population (Percentuale di grasso corporeo per la popolazione atletica)
Age
Up to 30
30-50
50+
Females
14-21%
15-23%
16-25%
Males
9-15%
11-17%
12-19%
Body fat percentage for the athletic population (Percentuale di grasso corporeo per la popolazione atletica)
Sport
Male
Female
Sport
Male
Female
Baseball
12-15%
12-18%
Rowing
6-14%
12-18%
Basketball
6-12%
20-27%
Shot Putters
16-20%
20-28%
Body building
5-8%
10-15%
Skiing (X country)
7-12%
16-22%
Cycling
5-15%
15-20%
Sprinters
8-10%
12-20%
Football (Backs)
9-12%
No data
Soccer
10-18%
13-18%
Football (Linemen)
15-19%
No data
Swimming
9-12%
14-24%
Gymnastics
5-12%
10-16%
Tennis
12-16%
16-24%
High/long Jumpers
7-12%
10-18%
Triathlon
5-12%
10-15%
Ice/field Hockey
8-15%
12-18%
Volleyball
11-14%
16-25%
Marathon running
5-11%
10-15%
Weightlifters
9-16%
No data
Racquetball
8-13%
15-22%
Wrestlers
5-16%
No data
Alcune delle differenze di prestazione tra uomini e donne si spiegano proprio in ragione di queste differenze di composizione e di dimensioni corporee.
Tale convinzione trova conferma nel fatto che nei ragazzi e nelle ragazze prepuberi le differenze di prestazione e quelle di dimensione corporea sono minime.
Concentrazione muscolare
Le donne hanno una concentrazione muscolare di ATP (Adenosina trifosfato) + PC uguale a quella degli uomini, ma a causa della loro minor massa muscolare, i loro depositi complessivi di questi fosfageni sono più esigui.
Tuttavia, le prestazioni femminili sulle distanze più brevi (esempio 100 metri), nelle quali il sistema ATP + PC costituisce la più importante fonte di energia, si avvicinano a quelle maschili.
La capacità di resistenza alla fatica di un muscolo è un indicatore della capacità di recupero e può differire.
Le differenze
Studi condotti sui muscoli flessori del gomito ed estensori del ginocchio, mostrano una significativa perdita di attivazione dell’unità motorie nei maschi rispetto le femmine in seguito a un affaticamento protratto nel tempo.
Negli studi, la forza scende al 93% del massimo nelle donne, contro l 80% negli uomini dopo 1 minuto di esercizio.
Le donne hanno una resistenza alla fatica di circa 15 minuti, mentre gli uomini circa 8 minuti e dopo aver raggiunto l’esaurimento, il recupero avviene più velocemente nelle donne.
La fatica sembra anche essere muscolo-specifica, come evidenziato da analisi sia sul bicipite femorale che sui muscoli estensori della zona lombare.
Nelle donne la stanchezza è simile in entrambi i gruppi muscolari, mentre gli uomini subiscono un affaticamento maggiore nella zona lombare rispetto al bicipite femorale.
Queste differenze possono essere dovute al:
Le donne tendono ad avere più bassi livelli di acido lattico nel sangue, in seguito ad un esercizio massimale, rispetto agli uomini.
Quindi, anche in questo caso, uno dei motivi di questo fenomeno risiede nella minor massa muscolare femminile.
La massima potenza aerobica (VO2 MAX) della donna è inferiore a quella dell’uomo.
La differenza sembra essere dovuta soprattutto a fattori inerenti alle dimensioni corporee, ivi compresi una minor dotazione di emoglobina, un volume di sangue circolante inferiore e un più piccolo volume cardiaco.
Ciò è confermato dal fatto che le differenze di VO2 MAX sono irrilevanti tra ragazzi e ragazze, cioè nell’età in cui anche le differenze di dimensione corporee sono minime.
Il sesso è anch’esso un fattore che può influenzare l’EPOC, Excess Postexercise Oxygen Consumption, (volgarmente detto “afterburn”), traducibile in italiano come Consumo di Ossigeno in Eccesso Post-allenamento.
E’ l’indice di misurazione dell’aumento del consumo di ossigeno a seguito della intensa attività, destinato a soddisfare il “debito di ossigeno” del corpo).
La ricerca dimostra che il dispendio energetico delle donne, a riposo e durante l’esercizio, varia con la fase mestruale.
In genere, il dispendio energetico a riposo è più basso una settimana prima dell’ovulazione e il più alto durante i 14 giorni di fase luteale dopo l’ovulazione, quindi di conseguenza influendo sull’EPOC. (Fox,Bowers,Foss)
Conclusione
Per quanto riguarda le prestazioni della donna si avvicinano di più a quelle dell’uomo nel nuoto piuttosto che nella corsa e nei salti.
Nella corsa sono più vicine a quelle degli uomini negli sprint, mentre nel nuoto nelle attività di resistenza.
Nelle prestazioni di corsa di resistenza, essendo costretta ad usare l’intero suo peso corporeo, la donna si trova in evidente svantaggio nei riguardi del VO2 MAX.
Le specialità nelle quali i risultati femminili sono i peggiori in confronto ai maschi, sono quelle che prevedono tempi di prestazione tra 1 e 4 minuti, quindi in quelle specialità che richiedono un forte impegno del sistema dell’acido lattico.
Al di là della cifra tecnica, per me va rispettata una regola che riguarda tutte le dinamiche di gruppo, in particolar modo per quei gruppi che sono formati per il raggiungimento di obiettivi (orchestre, militari, squadre) e questa regola, piaccia o meno, ha a che fare con il concetto di gerarchia.
Milano è un’orchestra di splendidi esecutori ma con un unico difetto:
Un piccolo difetto che sul campo diventa macroscopico specie quando deve compattarsi nelle fasi decisive della battaglia quando ogni piccola decisione può portare a vincere o perdere.
E questo non lo puoi cambiare o modificare in due giorni.
O lo hai individuato ex ante oppure continuerai ad affidarti alla vena dei singoli.
Se a questo aggiungi il fatto di giocare la prima partita in casa, la bilancia avrebbe dovuto pesare tantissimo per la Virtus ed essere molto più leggera dall’altra parte.
Ma gli occhi vitrei di Messina e Datome hanno reso chiaro il fatto che Milano abbia una certa difficoltà a gestire il clima psicologico.
Lo si capisce davanti alle reazioni sui primi errori della squadra.
Non è così che si affronta sul piano mentale una partita.
La parola d’ordine dovrebbe essere: tolleranza; la seconda: positività.
Secondo aspetto (collegato al primo): sicurezza.
Milano (opportunamente) sceglie di cambiare le carte e giocare con un centro puro per alzare l’energia e l’intimidazione di Bologna.
Scelta che produce più solidità, rimbalzi, secondi tiri.
Ma dopo pochi minuti il centro non si vede più in campo.
Chi siamo? Quelli più atletici e dinamici di sempre o quelli più muscolari di stasera?
L’identità della squadra va in vacanza.
Terzo aspetto
Quegli altri difendono ogni palla come se non ci fosse un domani. Risultato: una corazzata come Armani lasciata a 58.
Saranno pure stanchi, ma mi sembra che ci sia anche qualcos’altro.
Quarto aspetto
Qualcuno saprebbe spiegarmi che giocatore è Micov? No, perché io non riesco a definirlo.
Non di poco conto è il fatto che, tranne rarissimi istanti, in tutte e tre le partite, i bolognesi sono per larghi tratti (circa 38 minuti su 40), davanti nel punteggio.
Non voglio parlare di supremazia, ma siamo vicini.
Milano 0 – Bologna 3
Gara 4
La riconoscenza
Il primo pensiero va alla dirigenza di Bologna.
Come si sentiranno dopo aver esonerato e poi aver dovuto ingoiare il richiamo dell’allenatore che poi li ha portati allo scudetto? Un minimo di vergogna sarebbe il minimo, oltre alle scuse.
Il secondo va a un ragazzo di 21 anni che accanto a giganti che hanno vinto titoli europei e mondiali non solo non sfigura ma è quello che dà la carica, difende per tre, non perde una palla e fa canestri decisivi.
Il terzo è per un veterano che in NBA ha fatto i numeri, torna in Italia, accetta la sfida di una società che non vinceva lo scudetto da 16 anni, e nonostante cerchino di asfissiarlo, continua a segnare in ogni modo: da fuori, da sotto, su due piedi e pure palleggiando su un piede solo.
No, sul direttore d’orchestra non dico nulla. Tranne il fatto che continuare a incantare e fare assist come manna dal cielo e punti decisivi non è affatto scontato.
Infine la difesa. Qui basta vedere i parziali dei quarti per capire anche la gara 4 che tipo di trend abbia avuto: 19-24, 22-19, 14-8, 18-11, e capire che Virtus ha progressivamente spento gli avversari come una candela.
E allora se sei un giovane allenatore, chiudi i libri, smetti di andare ai corsi, tagliati la partita e guarda una decina di volte al giorno soltanto le azioni difensive della Virtus. Ne uscirai un allenatore migliore.
Dopo la velocità, continuiamo il nostro viaggio trattando un’altra dote atletica necessaria per diventare un giocatore di basket quantomeno completo.
Un sistema per muoversi più liberamente con maggiore agilità e velocità è quello di sviluppare una buona elasticità.
Inoltre, la capacità di fornire…
…prestazioni senza timori di infortunio si risolve in azioni più poderose.
Cosa origina la potenza?
Il livello di estensione di una banda elastica stabilisce la quantità di energia immagazzinata e la possibilità di emissione di forza.
Per il muscolo non è l’estensione, ma piuttosto la velocità dell’allungamento che determina l’originarsi della potenza.
Quando però un muscolo è allungato fino ai suoi limiti estremi, l’essere in grado di resistere ai rigori di questo allungamento massimale ed eseguire un movimento di grande potenza senza infortunarsi è molto importante per una resistenza e produttività a lungo termine.
L’ampliamento della gamma di movimenti è un fattore molto importante per diventare un atleta completo.
L’importanza dell’agilità
Strettamente collegata con l’equilibrio, l’agilità è necessaria agli atleti per regolare gli spostamenti del centro di gravità mentre in velocità variano le posizioni del corpo.
Un esempio
Immaginiamo un uomo alto circa 2 metri, di 115 Kg, che può sollevare 180 Kg da seduto e 500 Kg in piedi, che ci sprinta in piena velocità davanti a noi e che improvvisamente devia a razzo verso destra o verso sinistra apparentemente senza diminuire il passo.
La maggior parte dei giocatori deve decelerare considerevolmente per assumere un po’ di controllo prima di un rapido cambio di direzione.
Ridurre la decelerazione è un fattore chiave per migliorare l’agilità.
La capacità di cambiare direzione rapidamente spiega in larga misura perché in atletica i saltatori possono balzare così in alto.
Il saltatore, in questo caso, stabilisce la sua velocità durante l’approccio al salto e poi trasferisce questa velocità orizzontale in sollevamento verticale nei due rapidi passi prima del punto di battuta.
Queste stesse caratteristiche possono essere inserite nei movimenti sul campo di basket.
Conclusione
Bisogna includere degli esercizi che richiedono veloci cambi di direzione nello schema quotidiano di allenamento:
Prossimamaente tenteremo d’illustrare – presentare esercizi dediti al miglioramento di questa dote atletica con la speranza di avere uno scambio con i tanti lettori del nostro blog.
Gli studenti hanno il diritto di avere gli Insegnanti migliori!
Non si può avere il meglio se non si preparano gl’insegnanti al meglio.
Anche nello sport i bambini e i giovani hanno diritto di avere Istruttori e Allenatori migliori.
La tessera non qualifica!
Insegnare è…
…un’arte e come ogni forma d’arte è sinonimo di:
passione
creatività
dedizione
condivisione
Un Insegnante, un Istruttore, un Allenatore, esattamente come un artista, mette se stesso, il suo sapere e il suo ingegno a disposizione degli altri (studenti, bambini, giovani), affinché la società esca migliorata dal percorso fatto insieme.
Tutti possono insegnare?
Se un laureato al concorso per entrare di ruolo come Insegnante ha risposto bene ad una prova con domande a crocette, se ha superato la prova scritta ed è stato “un fine dicitore” alla prova orale, può fare l’Insegnante?
Eppure in moltissimi casi è così!
Se un partecipante a un corso di formazione di una Federazione Sportiva è simpatico al Capo Istruttore, se fa quello che vuole lui, se giura che adotterà il metodo di insegnamento che vuole lui (ma poi farà in molti casi il contrario!) può insegnare ai bambini o ai giovani?
Eppure in molti casi è così!
Perché nel mondo della scuola non esiste un Corso di laurea o una specializzazione per diventare Insegnanti?
All’interno di questo corso ci dovrebbero essere molte ore di pratica su come si gestisce un aula, come si gestiscono a livello psicologico gli studenti, come si struttura una lezione efficace, come si utilizzano tutti gli strumenti tecnologici a disposizione, come si comunica, come si entra in empatia con gli studenti.
Perchè nel mondo dello sport non esiste un Corso di tirocinio “vero” anche nei Corsi di Formazione delle Federazioni Sportive che qualifica chi andrà a insegnare?
Si imparerebbe a comunicare con i giovani e i bambini, si imparerebbe veramente a “gestire” il gruppo, si imparerebbe a correggere l’errore, … e chi non è in grado (anche se ha la tessera) non deve più insegnare.
Se uno studente si è laureato con 110 e lode ho solo dimostrato di essere un bravo studente, non significa assolutamente che ha le carte per fare l’Insegnante!!
Per non parlare del sostegno, con un corso di 400 ore “tutti” sono in grado di gestire delle persone “speciali”.
Se gli studenti sono valutati a fine anno, lo devono essere anche gli Insegnanti e se un Insegnante non è stato giudicato all’altezza per insegnare, non può essere riconfermato.
Non basta un corso di formazione di 20 ore (anche se biennale) per avere la “licenza d’insegnare”.
Rinnovare la tessera ogni anno per continuare a insegnare non è abbastanza!
Chi non è capace non deve più insegnare!
La scuola italiana
Purtroppo la scuola italiana e l’Università è basata solo sui voti e gli studenti la vivono solo come obbligo, non si ricordano quasi niente di quello che studiano perché l’obiettivo è prendere un voto!
Le Federazioni Sportive
Seguire un corso di formazione per avere la tessera non basta, dobbiamo avere Istruttori e Allenatori preparati, competenti!
Studenti migliori con Insegnanti migliori!
Bambini e giovani migliori con Istruttori e Allenatori competenti!
“Le crisi di insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita. Una società che non insegna è una società che non si ama, che non si stima; e questo è precisamente il caso della società moderna”. (Charles Peguy)