Cari colleghi, cari lettori con le festività è giunto il momento degli auguri.
Non è nostro stile…
Cari colleghi, cari lettori con le festività è giunto il momento degli auguri.
Non è nostro stile…
…ricorrere a frasi retoriche o banali.
Di cuore auguriamo ad ognuno, di trascorrere momenti di serenità, visto il periodo di difficoltà ed incertezza dell’anno appena trascorso.
Colgo l’occasione per comunicare che i nuovi articoli saranno a vostra disposizione dal 13 gennaio 2022.
Proporremo settimanalmente articoli già pubblicati ma sicuramente sempre attuali.
La vita dell’atleta agonista non è affatto semplice, soprattutto quando va coniugata con la scuola/università o il lavoro.
A volte le difficoltà sono tali che i ragazzi gettano…
…la spugna e abbandonano uno dei due percorsi.
Molto spesso la scelta è obbligata dall’atteggiamento dei loro superiori:
che non fanno il minimo sforzo per comprendere le criticità di una dual career
né per venire loro incontro concedendo flessibilità sufficiente per conciliare le due vite.
Nel mondo della scuola, anche del lavoro, l’ostacolo maggiore all’integrazione degli studenti-atleti è rappresentato dai pregiudizi nei loro confronti.
È molto diffuso il cosiddetto stereotipo “dell’atleta stupido”: la maggior parte dei professori cioè pensa che se un ragazzo si impegna tanto nello sport, allora lo studio non fa per lui.
Il pensiero inverso è diffuso tra gli allenatori, i quali pensano che se si dedica troppo alla scuola, non riuscirà a prepararsi a sufficienza per le gare.
Nessuna!
Anzi si potrebbero fare molti esempi che è vero il contrario.
Si tratta, quindi, di una convinzione culturale, a priori e profondamente sbagliata, diffusissima in Italia, che impedisce una dual career serena.
Un’altra credenza diffusa riguarda l’idea del “favoritismo”.
Finalmente negli ultimi anni a livello ministeriale sono stati presi dei tiepidi provvedimenti per sostenere gli studenti-atleti, ma molti docenti e dirigenti ostacolano i progetti perché li vedono come un favoritismo rispetto agli studenti che portano avanti un solo percorso di vita.
Prendendo in esame alcuni importanti documenti, è facile dimostrare come questa idea sia scorretta e che, al contrario, gli studenti-atleti si vedono negati i propri diritti di esseri umani, cittadini e studenti.
La “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” delle Nazioni Unite, all’articolo 26 comma 1, recita:
“Ogni individuo ha diritto all’istruzione”,
e al comma 2,
“L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.”
Il diritto allo studio è definito come diritto di tutti, ma la verità è che nella quotidianità non è riconosciuto ai giovani atleti poiché, senza la comprensione di dirigenti scolastici e professori, spesso sono costretti a compromettere la loro istruzione per raggiungere i vertici nello sport.
Passando alla nostra Costituzione all’articolo 3, comma 2, è scritto che
Ne consegue che ogni individuo è libero di perseguire il proprio sviluppo come meglio crede senza per questo essere discriminato.
Ancora, l’articolo n. 34,
“la scuola è aperta a tutti”,
introduce il principio di uguaglianza di opportunità educative, a prescindere da qualsiasi differenza.
Purtroppo nella realtà avviene di frequente che gli atleti vengano discriminati per la loro scelta di vita, spesso proprio dalle figure che maggiormente dovrebbero sostenerli (insegnanti, allenatori, datori di lavoro).
La Legge di Riforma 53/2003 sottolinea il diritto di tutti gli alunni alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento.
Di nuovo, si tratta di un diritto del quale devono godere tutti gli studenti, nessuno escluso.
È possibile rintracciare anche norme più specifiche come la direttiva del 27 dicembre 2012 che
I cosiddetti BES sono ragazzini che si trovano a vivere, per un tempo più o meno lungo e per qualsiasi motivo, una situazione che li ostacola nell’apprendimento e nello sviluppo.
Gli studenti-atleti rientrano a pieno titolo in questo gruppo di allievi.
La dual career, infatti, è un percorso che, sebbene comporti molti benefici, si accompagna anche a notevoli difficoltà le quali, se non adeguatamente fronteggiate, possono tradursi in disagio psico-fisico e/o in abbandono della carriera scolastica o sportiva.
Nonostante ciò ancora oggi l’inclusione viene in genere rivolta soltanto agli allievi che presentano svantaggi motori e/o cognitivi, economici o sociali.
Al contrario, come definito nell’ Index per l’inclusione:
“l’inclusione si riferisce all’educazione di tutti i bambini, ragazzi con BES e con apprendimento normale”
perciò ne consegue che la scuola deve essere un ambiente che risponde ai bisogni di tutti i suoi utenti.
Ogni ragazzo deve avere il diritto di sviluppare tutte le sue potenzialità, mentali ma anche pratiche, fruendo allo stesso tempo dei percorsi didattici grazie ai quali potrà godere di un positivo inserimento nel tessuto sociale, civile e lavorativo.
Infine, se per gli alunni stranieri o con svantaggio socio-economico è riconosciuta e prevista a livello nazionale la stesura di un Piano Didattico Personalizzato, gli atleti, che godono degli stessi diritti di qualsiasi altro studente, devono avere la possibilità, non passeggera e legata a una sperimentazione come accade attualmente, di vedersi redatto un Progetto Formativo Personalizzato.
In modo che individui tutte le criticità della loro condizione, a partire dalle assenze superiori alla media fino ad arrivare al tempo limitato da spendere nello studio individuale.
La richiesta di maggiore comprensione e flessibilità in presenza di una doppia carriera non nasce dal desiderio di avvantaggiare gli sportivi ma ha come obiettivo quello di rispettare le leggi italiane, restituendo loro quello che è un diritto di tutti gli allievi:
Un anno fa training concept.it è approdato nella rete per la prima volta.
Potrebbe sembrare strano ma tante sono state le emozioni che si sono susseguite prima – durante e dopo il lancio del blog.
Una su tutte l’incertezza sull’essere in grado di…
…avere la costanza necessaria per tenere alte le aspettative, nonostante tutto il progetto rimanga basato su un’idea senza scopo di lucro bensì di semplice divulgazione e scambio d’idee.
Non era scontato riuscire ad arrivare alle persone in modo spontaneo e collaborativo, seppur con l’aiuto di autorevoli ideatori d’interessanti articoli
Di sicuro la voglia di mettere in pratica questo progetto era tanta quindi ho messo da parte tutti i timori che oggettivamente avevo e sono andato dritto all’obiettivo
Non è facile affermare se sono stati raggiunti i traguardi prefissati anche perché possono cambiare da persona a persona ed essere misurati su basi diverse:
Ma come in matematica anche in questo caso i numeri devono essere verificati (la prova del 9) ed io l’ho fatto soprattutto tramite le miriadi di email e messaggi che ho ricevuto e ricevo in privato
È stato un duro lavoro:
Senza di loro sarebbe stato impossibile raggiungere questi grandi obiettivi.
La particolarità, l’originalità, il valore degli articoli e degli argomenti trattati hanno fatto in modo da dare pregio e finalizzare quanto avevo da tanto tempo nella mia testa.
Li rinomino singolarmente perché ci hanno donato, gratuitamente, delle loro riflessioni ed osservazioni nello spirito della formazione comune.
Visto che il grafico delle visualizzazioni è in continua crescita viene da sé che il primo obiettivo non è continuare a salire (me lo auguro comunque) ma rimanere costanti nelle aspettative.
Cercheremo di continuare a pubblicare articoli di buona qualità trovando un modo per stimolare e coinvolgere i tanti lettori nelle pubblicazioni inerenti alle tematiche del blog.
Si punterà a raggruppare i tanti articoli pubblicati in categorie visibili per facilitare la consultazione ed in previsione creare una newsletter